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11 Mar

Ieri, aderendo all'idea dell'amico Mauro Lacagnina, ho partecipato all'interessante evento indetto dall'Istituto Superiore Redi-Caselli, in quel di Montepulciano, su "Etica in Azienda e nei Valori Sociali". Ne ho ricevuto impressioni gradevoli, nella informale, ma sensibile e discreta ospitalità, nella diffusa e attenta partecipazione di molti giovani, con i loro docenti, nonché nella scontata, ma comunque essenziale, qualità degli interventi. Mi ha confortato soprattutto l'interesse mostrato dai giovani alle tematiche del futuro dell'economia e della società, del quale saranno loro i protagonisti, in un percorso che tutti auspichiamo verso il meglio, nonostante le inevitabili difficoltà.

 

20 Feb

L'Associazione Internazionale degli Intellettuali e creativi "Myr Cultura" è orfana di Umberto Eco, uno dei suoi cofondatori con Alberto Moravia, Mario Rigoni Stern e lo scrivente. 
Il Consiglio Presidenziale, per il mio tramite, si associa a quanti esprimono rammarico per la grave perdita e sollecita le Filiali nel Mondo all'intrapresa 
di eventi per il ricordo e la valorizzazione dell'opera di Umberto Eco nel panorama culturale dell'ultimo quarto del novecento e dell'inizio del nuovo millennio.
www.giancarlopallavicini.it/russia/myr-cultura-in-russia
www.giancarlopallavicini.it/cultura/myr-cultura-in-italia

 

 

 
15 Gen

Numero 8 Anno 2015 / Dicembre

Pubblicazione mensile a cura della Commissione Comunicazione

Intervista a Giancarlo Pallavicini (economista e manager desiano)

www.pastoraledesio.it

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1) Quale può essere un approccio cristiano all’economia moderna?

Ce lo dice la dottrina sociale della Chiesa e, ultimamente, la “Laudato sì”, col richiamo ad obiettivi dell’attività economica che non si limitino al “massimo profitto”, ma asse- condino anche valori dell’umanità e del suo ambiente culturale e naturale. L’attenzione a questi valori, oltre a migliorare la qualità della vita per tutti, apporta valore all’impre- sa, come sembrano aver capito i fautori della RSI - responsabilità sociale d’impresa. Ma è ancora l’inizio di un percorso che nel tempo potrebbe portare ad una miglior com- prensione del messaggio evangelico, come fattore di riequilibrio delle ingiustizie di cui soffre il mondo, dalle quali derivano turbolenze che sono sempre più difficili da con- trollare. Un diffuso esempio di approccio cristiano all’attività economica si ha con l’E- conomia di Comunione, proposta nel 1991 da Chiara Lubich, nell’ambito della spiri- tualità del Movimento dei Focolari. Vi aderiscono attualmente 860 imprese sparse nel mondo.

2) Come l’economia può essere strumento di pace e progresso?

All’origine l’economia era intesa a diffondere tra le popolazioni i vantaggi della produ- zione industriale e a tale scopo era correlata con le altre discipline riguardanti l’umanità e il suo ambiente. Nella ricerca di una sua identità come scienza, l’economia ha rescisso questi legami ed ha perso la dimensione relazionale con le altre discipline, orientandosi sempre più al solo profitto. Questo spiega la trascuratezza verso altre istanze e l’atte- nuarsi del senso di responsabilità per le conseguenze esercitate sugli altri. Aspetto parti- colarmente delicato, con la globalizzazione, che in tempo reale espone tutti agli altrui comportamenti economici e finanziari. Soltanto con il ricupero della dimensione rela- zionare, del quale si hanno i primi accenni concreti, l’economia potrà tornare al virtuo- so ruolo che le spetta.

3) La new economy come ha cambiato la società? Quali aiuti e quali ostacoli per le nostre famiglie?
Il cambiamento è enorme e tuttora in inarrestabile sviluppo accelerato. Tale da rendere instabile la stessa società e il suo ambiente, con riflessi pesanti sul senso di appartenen- za e nella vita di relazione. La dominante tecnologica è spesso supportata soltanto dall’attesa del massimo profitto e abbisogna della necessaria mediazione culturale per essere indirizzata in modo più virtuoso, a vantaggio dell’umanità. Ma tutto ciò presup- pone una crescita culturale, che va diffusa e sostenuta. Una simile azione deve coinvol- gere tutti, a partire dalle famiglie, che valorizzano ciò che è umanamente valido e che può orientare ad un utilizzo corretto delle moderne tecnologie rese disponibili dalla new economy. Da quest’ultima debbono poter derivare possibilità di lavoro che sopperisca- no alla minore occupazione nelle attività tradizionali e consentire la formazione ed il corretto mantenimento delle famiglie.

4) Cosa direbbe ad un cinquantenne rimasto senza lavoro?

 

Non saprei cosa dire! E’ troppo facile parlare per chi ne è fuori, ancorché solidale. Co- munque, gli esprimerei solidarietà e auspicherei con lui un più efficace intervento pub- blico inteso ad assicurare il necessario sostentamento e, soprattutto, il reinserimento lavorativo, anche a fronte di un suo adeguato impegno formativo. Cercherei di pensare all’essenziale e di sentirmi nuovo, non del tutto succube del passato. Punterei sul fatto che esisto, con i miei valori, col mio rapporto col Creatore, nel quale, comunque confi- dare. Mi direi che devo ripartire, non importa come, mettendo a frutto quello che ho di forza fisica e mentale. Cercherei quindi di guardare avanti, di mettere a frutto ogni ri- sorsa rimasta, individuando e valutando anche nuovi percorsi vicini e lontani. Terrei conto che nel futuro tutto nel mondo sarà più aleatorio e avvertirei sentimenti di solida- rietà verso gli altri. Infine, mi soffermerei sulla didascalia ad una grande croce che ho letto sul muro di una chiesa della nostra Brianza. Essa recita “Se mi accetti sono legge- ra se mi rifiuti ti schiaccio”. E pregherei perché lui non si faccia schiacciare, risolva i suoi problemi e il mondo cambi in meglio per tutti, a partire dai sentimenti.