Metodo della Scomposizione dei Parametri

Metodo della Scomposizione dei Parametri - Vedi RSI

 

Metodo della scomposizione dei parametri di Giancarlo Pallavicini

Modalità di calcolo dei risultati non direttamente economici dell’attività d’impresa, connessi ad istanze etiche, morali, sociali, ambientali e culturali, che ha introdotto il moderno concetto di “responsabilità sociale d’impresa” ed ha anticipato i suoi più recenti sviluppi.

Esso è stato ideato e proposto dall’economista italiano Giancarlo Pallavicini negli anni 1960, nel presupposto che l’attività d’impresa, pur essendo orientata al profitto di chi la promuove, non dovesse trascurare, ma tenere esplicitamente presente, una serie di istanze riguardanti l’uomo ed il suo ambiente sociale, culturale e naturale.

Non come mera affermazione di principio, bensì in modo concreto e calcolabile come avviene per il profitto. Dopo una prima applicazione sperimentale presso la Cariplo negli anni 1960, intesa a valutare l’apporto dei singoli sportelli bancari allo sviluppo del “credito speciale”, all’epoca erogato soprattutto attraverso il Mediocredito Lombardo, questo metodo è stato pubblicato dall’ Editore “Giuffré” nel 1968 in “Strutture integrate nel sistema distributivo italiano”. Una proposta all’epoca rivoluzionaria, ripresa e sviluppata nei suoi presupposti da altri economisti e particolarmente da Robert Edward Freemann, nel suo saggio “Strategic Management: a Stakeholder Approach”, pubblicato a Londra nel 1984. Soltanto in epoca recente viene però compresa nella sua valenza come strumento di calcolo dei risultati non direttamente economici, in grado di esercitare i suoi effetti anche sul risultato finale e di apportare valore all’impresa. Non fosse altro che per il fatto che le istanze interne ed esterne all’impresa, alle quali il metodo si riferisce, caratterizzano l’ “habitat” in cui l’azienda opera ed influenzano le possibilità di vita e di successo dell’ impresa stessa. Inoltre, esse coinvolgono positivamente i portatori di interesse (stakeholders) interni ed esterni all’impresa, apportandovi valore.

Per questo, nel crescente interesse per la “responsabilità sociale d’impresa”, manifestatosi all’inizio del nuovo millennio e che ha ricevuto ulteriore impulso dalla crisi mondiale avviatasi nel 2007, dapprima nell’ambito finanziario e poi nell’economia reale, va delineandosi in modo sempre più marcato l’esigenza di considerare, e quindi di valutare concretamente, il grado di affermazione dei principi dell’etica nell’economia in generale e nell’attività finanziaria in particolare. Si afferma pertanto il principio che per una simile valutazione debba farsi ricorso a nuove modalità, che vadano oltre i cosiddetti “codici etici” ed i “bilanci sociali” ed oltre gli stessi “standard di qualità”, per avvicinarsi ai criteri che, negli anni 1960, hanno ispirato il “Metodo della scomposizione dei parametri”.

Secondo l’impostazione iniziale di Pallavicini, esposta nella “Prefazione” al volume citato, si tratta di operare “... formulando nuove ipotesi di impostazione e di interpretazione delle determinazioni quantitative di maggiore e più frequente rilievo … … in cui le astrazioni proprie dell’indagine, che contempla fenomeni d’azienda nell’aspetto economico e condizionamenti dell’ambiente in cui l’azienda opera, vengono quantificate sì da addurre ad un contatto con i complessi atteggiamenti dell’amministrazione concreta”.

I richiami a questo metodo, all’epoca rivoluzionario, hanno voluto costituire, secondo il suo ideatore, un “… contributo all’indirizzo di metodo a ciò appropriato e vogliono essere soprattutto intesi a richiamare l’attenzione di quanti, uomini di scienza ed operatori economici, seguono con particolare cura questa materia”.

All’origine questo metodo proponeva di articolare l’obiettivo finale dell’azienda in una serie di parametri, che consideravano, oltre al profitto, non più identificabile come unico obiettivo, una serie di componenti aventi un rilievo non direttamente economico, ma non estranei all’esigenza di conseguimento di un adeguato reddito. Componenti in grado di apportare valore all’impresa, per gli effetti positivi nella proiezione e nel consolidamento dell’impresa, per il miglioramento della percezione fattane dagli stakeholders interni ed esterni all’impresa e per il più armonico comporsi nel sistema economico cui l’impresa partecipa.

>SECONDO IL METODO DEI PARAMETRI, OCCORRE PROCEDERE IN DIVERSE DIREZIONI RIGUARDANTI:

1) l’articolazione dell’obiettivo dell’attività economica, che va portato al contatto con i fenomeni concreti dell’impresa e dell’ambiente in cui essa opera, attraverso una ripartizione che assegni ad ogni componente una precisa aliquota dell’obiettivo globale fatto uguale a 100;

2) l’analisi dell’attività d’impresa, che deve prendere in considerazione la complessa funzione di processo e prodotto, nelle singole azioni in cui si dirama, individuandone di ciascuna il possibile effetto su di uno o più componenti l’obiettivo globale;

3) il raggruppamento in classi e sottoclassi delle singole e varie azioni, che consenta di valutare il grado in cui esse assecondano o contrastano il perseguimento dei diversi componenti l’obiettivo dell’impresa;

4) l’articolazione qualitativa, che va riportata agli aspetti quantitativi di ogni classe o sottoclasse di azioni, sulla base dei volumi operativi svolti, onde pervenire ad una quantificazione esprimente il ruolo svolto da ciascuna di esse nel perseguimento dell’ obiettivo globale ed articolato, da cui estrapolare indirizzi utili ad orientare la scelta delle migliori opportunità operative nei loro diversi aspetti.

A questa articolazione iniziale, che nell’obiettivo globale riuniva profitto e risultati non direttamente economici, si è successivamente accompagnata una diversa applicazione, intesa a superare le difficoltà insite nell’ammettere negli organi decisionali i rappresentanti di categorie estranee al capitale di rischio.

L’ideatore del metodo ha quindi sviluppato ipotesi di contabilità specifiche per gli obiettivi non direttamente economici, da porre a lato della normale contabilità in moneta di conto, riguardante il solo profitto. Esperienze di tale impostazione sono state avviate all’estero, e soprattutto nell’Unione Sovietica e nella Federazione Russa, delle quali Pallavicini è stato il primo consulente occidentale per la riforma dell’economia, soprattutto all’epoca di Michail Sergeevic Gorbacev. Esse hanno poi subito una battuta d’arresto con Boris Nikoleevic El’tsin, meno sensibile alla considerazione degli aspetti non direttamente economici e meno incline a coniugare il profitto col sociale.

Il Metodo della scomposizione dei parametri è stato inoltre utilizzato per la valutazione del contributo offerto dalle singole unità operative nelle aziende divise ed ha pure incontrato applicazione nella valutazione dell’efficienza degli investimenti pubblici, secondo le impostazioni richiamate nella citata opera “Strutture integrate nel sistema distributivo italiano”. Il suo utilizzo si caratterizza per la flessibilità dell’impostazione, che va correlata alle alterne fasi della congiuntura economica, attraverso la riconsiderazione del peso di ciascun obiettivo parziale dell’attività d’impresa, nell’ambito del più generale obiettivo a volta a volta prescelto.

La crisi globale del 2007 e la frequente sostituzione del debito privato con debito pubblico sembrano consentire un più diretto intervento decisionale da parte di rappresentanti dei portatori di interesse anche estranei al capitale e favorire lo sviluppo di forme di valutazione degli aspetti non direttamente economici dell’attività d’impresa,nello stesso ambito della misurazione del profitto, di cui il metodo della scomposizione dei parametri rappresenta un’indiscussa anticipazione.

Infatti, le vicende dell’economia, indotte dalla crisi globale della prima decade del terzo millennio, sembrano orientare verso un ricupero dell’impostazione iniziale di questo metodo, nella quale profitto ed obiettivi non direttamente economici partecipano ad un’unica elaborazione del risultato dell’attività d’impresa, mentre il necessario aspetto monetario, nella sua specifica contabilità, ricupera il ruolo che gli è proprio, quale strumento finalizzato al perseguimento dell’obiettivo globale dell’attività d’impresa.

 

RENDICONTAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ'  SOCIALE D'IMPRESA

SECONDO IL METODO DELLA SCOMPOSIZIONE DEI PARAMETRI

L'odierno incontro con S.E. il Cardinale Peter Turkson, presso il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, da lui retto, era finalizzato alla definizione di un percorso per affinare e divulgare un modello di rendicontazione della responsabilità sociale d'impresa, partendo dal mio "Metodo della scomposizione del parametri", come dal lemma nell'enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/metodo-della-scomposizione-dei-parametri_%28altro%29/   

Auguriamoci che una virtuosa e diffusa attenzione a questa responsabilità, con i connessi atteggiamenti concreti, possa apportare qualche miglioramento nella comprensione e realizzazione di un modello di economia più attenta alla centralità dell'uomo, con il suo ambiente culturale e naturale, che sia in grado di attenuare lo smarrimento del senso di comune umanità e porre un limite all'eccessivo e avido individualismo, che oggi sembra andare per la maggiore, come singoli individui e come gruppi all'interno delle comunità. E’ il compito primario affidato da Papa Francesco a questo Dicastero, risultante dall’unione di quattro precedenti: una delle poche  voci a denunciare i rischi sul futuro cammino dell’umanità tutta e del suo ambiente.

Mi ha accompagnato l'amico Stefano Baietti, storico dell'economia e autore del volume su Sergio Paronetto, nel quale descrive il ruolo da questi avuto nei rapporti tra Giovanni Battista Montini e gli autori del Codice di Camaldoli, dal quale ultimo scaturì l'economia mista e il ricupero del dopoguerra, culminato nel miracolo economico. Chissà mai, che, a Dio piacendo, sia di buon auspicio per il futuro! http://www.giancarlopallavicini.it/economia/codice-di-camaldoli

 

 

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Un'applicazione concreta

 

UN' APPLICAZIONE CONCRETA CON I SW neurali

Centro Studi Internazionale CER&S Progetti, Tecnologie e Metodologie per lo Sviluppo Sostenibile

 ASSOCIAZIONE NAZIONALE PROMO - EUSEBI

 

“Metodo della scomposizione dei parametri”

 

In campo economico e finanziario, relativamente ai sistemi di sicurezza, si segnalano le nostre applicazioni di intelligenza artificiale nell'ambito delle attività del progetto Intelligent Data Mining per la Fraud Detection del Ministero Economia e Finanza MEF, in collaborazione con Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento (UCAMP) del Dipartimento del Tesoro.

Per quanto riguarda invece l'approccio di studi economici, in particolare i nostri studi sono stati incentrati sullo sviluppo, nel tempo, del lavoro di Pallavicini e del “Metodo della scomposizione dei parametri”, una modalità di calcolo dei risultati non direttamente economici dell'attività d'impresa.
Questo metodo è stato ideato negli anni sessanta dall'economista italiano Giancarlo Pallavicini e, dopo una prima applicazione sperimentale per volontà di Giordano dell'Amore alla CARIPLO Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, è stato pubblicato nel 1968 in "Strutture integrate nel sistema distributivo italiano". Secondo la Treccani, il 'Metodo della scomposizione dei parametri' ha anticipato gli sviluppi della responsabilità sociale d'impresa, ora all'attenzione di quanti si occupano di economia, siano essi studiosi od operatori economici, soprattutto a partire dal nuovo millennio.

 

Ovviamente le nostre attuali versioni del metodo di scomposizione sono state aggiornate con la segmentazione tipica dei sistemi di organizzazione processiva, della qualità, della comunicazione e del feedback, dell'ergonomia cognitiva, realizzando un sistema di parametri econometrici di sicura efficacia che si estendono ben al di la delle mura dell'azienda, tovvando ogni aspetto della catena del valore. Si veda ad esempio il lavoro realizzato per Bruxelles in ordine alla diffusione dell'innovazione tecnologica all'interno dell'intera filiera alimentare, denominato DetoxFungi (segue), nel quale sono apprezzabili l'utilizzo di matrici ergonomiche che oggi possiamo sviluppare con i SW neurali, stante la loro capacità di trasferire su due dimensioni le varie dimensioni quali-quantitative e spazio-temporali di una matrice.

             

                 

* Ente di Ricerca Scientifica A.P.S. * Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. * www.websynd.it *

 ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSUMATORI EUSEBI

 

 

 

Il metodo dei Parametri nella Pubblica Amministrazione

PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: ARRIVANO LE AGENZIE ESECUTIVE ?

UN CONVEGNO DELLA FONDAZIONE "IRSO" AL CNEL CON TREU E BASSANINI

In un convegno, promosso presso la sede del CNEL dalla fondazione Irso, è stato presentato uno studio commissionato dal Dipartimento della Funzione Pubblica sul cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni.

Il lavoro di ricerca, pubblicato in un libro di Federico Butera e Bruno Dente, parte da una ricognizione di quanto è stato fatto in Italia e all'Estero per il supporto alla trasformazione delle Pubbliche Amministrazioni. Secondo gli autori, da questa ricognizione di modelli tra i quali quello americano, inglese e francese emergerebbero processi di cambiamento basati, non sulla sola approvazione di una legge di riforma, ma sull'innovazione strutturale reale ed effettiva nei servizi delle amministrazioni.

La diagnosi sullo stato delle Pubbliche Amministrazioni in Italia non sarebbe infausta ma nemmeno brillante. Negli ultimi 20 anni, secondo gli autori dello studio, ci sarebbero stati miglioramenti "in periferia" e "a macchia di leopardo" grazie ad iniziative, spesso isolate, di amministratori e manager "illuminati". Mentre il cuore della P.A., e ciò i ministeri centrali costituirebbero oggi per lo più la "retroguardia".

LA PROPOSTA

La proposta che viene fuori da questa ricerca si basa su tre pilastri:

1) I piani di riorganizzazione e di gestione del cambiamento. Ogni amministrazione per entrare nel programma dovrà elaborare un preciso piano contenente gli obiettivi di miglioramento dell'efficienza, efficacia e qualità e i relativi tempi e indicatori; Gli elementi dell'organizzazione sui quali si vuole incidere per cambiare modelli e comportamenti negativi e generare nel futuro continui risultati positivi; Il processo di cambiamento attraverso il quale si vuole porre in essere il piano: gruppo dirigente "energico e coeso", architettura organizzativa e tecnologica, partecipazione e progetti pilota...

2) La trasformazione istituzionale. Si prevede che l'entrata nel programma di cambiamento di un'amministrazione possano comportare la sua trasformazione in una Agenzia esecutiva dotata di autonomia organizzativa che specifichi i servizi dovuti e gli obiettivi da raggiungere, risorse, indicatori e parametri per misurare i risultati.

3) Il presidio tecnico scientifico centrale Si propone una struttura di supporto centrale (nella forma di una unità di missione o di una agenzia tecnica dipendente dal Ministro per le Riforme e per l'innovazione nella P.A.) per monitorare, valutare e regolamentare i processi di cambiamento organizzativo. Tale struttura dotata di autonomia tecnico scientifica sarà composta sia da esperti esterni che da funzionari pubblici; opererà per team specializzati nelle singole amministrazioni; verificherà la bontà e realisticità dei piani e l'adeguatezza della leadership. Dovrà soprattutto diffondere le buone pratiche con l'uso appropriato delle strutture di formazione, valutazione e comunicazione esistenti.

FRANCO BASSANINI: "LA PROGNOSI RESTA RISERVATA" ... "IL PESCE PUZZA DALLA TESTA"

"Le nostre Pubbliche Amministrazioni erano ingessate dal 1800" dice Franco Bassanini, già ministro della Funzione Pubblica negli anni 1996-2001, il quale rivendica il merito, riconosciuto a livello internazionale, delle prime consistenti riforme della P.A.

L'ex ministro aggiunge che le leggi non bastano se non riescono a cambiare la vita dei cittadini e le Pubbliche Amministrazioni. "Lo snodo fondamentale non sta nelle Amministrazioni ma nella politica". Una prima ragione dello status quo è che Il bipolarismo conflittuale ha portato a far sì che si azzera tutto ogni volta che cambia un sindaco o un ministro... "Alle innovazioni necessarie si innestano quelle per azzerare le cose già fatte". "

Il pesce puzza dalla testa. Se la politica lo avesse voluto, i burocrati sarebbero stati costretti a fare queste innovazioni. Governare e amministrare e come cambiare mestiere rispetto a quanto fatto in precedenza". Quando si diventa amministratori il lavoro di immagine deve ridursi ai minimi termini, meno interviste e meno assemblee di partito per essere operativi al servizio dell'interesse pubblico. Ma il nostro ceto politico- aggiunge Bassanini - è renitente al cambiamento. Dall'analisi dei flussi elettorali vediamo che non c'è un meccanismo di premiazione e penalizzazione. Si è data l'idea di fronti contrapposti per cui passare dall'uno all'altro schieramento diventa quasi un tradimento e non una valutazione dei risultati. "Nel nostro paese il meccanismo del controllo democratico non funziona più.. non funziona bene".

TIZIANO TREU: "CI SPERO MA SONO PREOCCUPATO"

L'on. Treu, già ministro del Lavoro del Governo Dini e del primo governo Prodi, lancia anch'egli le sue critiche alla Politica che ha le sue colpe perchè la continuità è fondamentale. Operazioni di riforma di questo genere richiedono 2 o 3 legislature. Una volta messo in piedi un sistema 2 o 3 legislature servono per farlo funzionare.

Il libro di Buteri e Dente è più interessato alle procedure. Nella parte finale si parla di gestione del personale. 

Nel 1992- 1993 l'enfasi era sulla contrattazione del rapporto di lavoro. Se facciamo il bilancio vediamo che la parte della contrattazione del rapporto di lavoro è il punto primo. Qualifica funzionale, sistema premiante. "Per anni si è lavorato su come bilanciare premi individuali e premi collettivi ma non è successo quasi niente nè premi individuali nè collettivi".  Lo interrompe Bassanini: "Negli anni 90 non c'erano le risorse". "Dipende dove attacchi il motorino" risponde Treu.

Ci sono inserzioni legislative perchè si ha poca fiducia nella contrattazione. "L'Aran è svanita. L'interlocutore è il ministro del Tesoro come in Inghilterra?. I dirigenti non hanno una posizione protetta ed occorre proteggere i dirigenti dai politici e dai sindacati. Se non risolviamo questo.... 

Anche le cose buone del decreto Brunetta, se non c'è poi il gestore che traduce in premi e punizioni, anche quelle innovazioni positive non servono a niente. Per sbloccare questo punto usiamo le agenzie esecutive per distinguere la gestione della macchina dal sistema politico in modo da rendere pratiche di contrattazione più vicine a quelle del privato. Forma italica di esternalizzazione. Come Bassanini concludo: ci spero ma sono preoccupato".

Altri relatori mettono l'accento sul fatto che nelle riforme Bassanini non abbiano funzionato la separazione tra linea di azione dei dirigenti della P.A. e la disponibilità delle risorse. Tenere separate le due cose ha reso tutto più difficile. E' vero che c'era qualche ottimismo del tipo "Do un modello e tolgo i vincoli e si liberano le energie" ma reisduano freni di background culturale dove esistono contemporaneamente regole e gioco delle regole. 

Regolamento e partita (valori, idee).

Un commento finale a questo report lo voglio aggiungere: Non ho sentito nessuno che abbia approfondito il tema delle preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica delle organizzazioni. Eppure, a mio avviso, l'argomento della "responsabilità sociale" e il modello anticipatore di Pallavicini della "scomposizione dei parametri" dovrebbero far parte a pieno titolo del processo di innovazione dei sistemi organizzativi. Soprattutto in un momento di grande trasformazione e di crisi sociale così complessa come quello che stiamo vivendo.

a cura di Domenico Ciardulli. Esperto in Management del Servizio Sociale - Università Roma Tre

 http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/amministrazioni_riforma.htm

 

WISW SOCIETY. PEOPLE FOR THE FUTURE

 WISW SOCIETY PEOPLE FOR THE FUTURE

SPECIALE : Economia del benessere: Cos’è la Rsi secondo l’Europa

 Oltre il profitto

Il modello concettuale della CSR si è rapidamente affermato nella disciplina economica dando vita, negli ultimi anni, a numerosi filoni di studi come i sistemi di rating eticoe i modelli di governance proposti dalle autorità pubbliche. Il tutto affonda le sue radici nel “metodo della scomposizione dei parametri”, una modalità di calcolo dei risultati non direttamente economici dell’attività d’impresa, di Giancarlo Pallavicini.

L’azienda, pur mirando al profitto, deve saper misurare una serie di istanze interne ed esterne, ponendosi obiettivi non direttamente economici ma in grado di apportare valore. A proporlo, negli anni Sessanta, fu per primo l’economista italiano Giancarlo Pallavicini nel testo del 1968 “Strutture integrate nel sistema distributivo italiano”.

 

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Finanza sostenibile : il ruolo degli standard

Metodo della scomposizione dei parametri

Il 27 gennaio 2012, si è concluso a Roma il Forum Csr organizzato dall’ABI sul ruolo degli standard nello sviluppo della responsabilità sociale di impresa. Possiamo cogliere l’occasione per rivedere come si inserisce nel tema della responsabilità sociale dell’impresa (Csr), il dibattito attorno questi modelli, dicendo subito che non esistendo una definizione normativa di Csr, è difficile stabilire se un’azienda è più sostenibile di un’altra. C’è da chiedersi: in questo contesto gli standard aiutano o complicano la situazione? In che cosa può consistere la cultura Csr? Quali sono i principali standard?

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