Finanza sostenibile : il ruolo degli standard
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Metodo della scomposizione dei parametri
Il 27 gennaio 2012, si è concluso a Roma il Forum Csr organizzato dall’ABI sul ruolo degli standard nello sviluppo della responsabilità sociale di impresa. Possiamo cogliere l’occasione per rivedere come si inserisce nel tema della responsabilità sociale dell’impresa (Csr), il dibattito attorno questi modelli, dicendo subito che non esistendo una definizione normativa di Csr, è difficile stabilire se un’azienda è più sostenibile di un’altra. C’è da chiedersi: in questo contesto gli standard aiutano o complicano la situazione? In che cosa può consistere la cultura Csr? Quali sono i principali standard?
Responsabilità Sociale d’Impresa
La Costituzione italiana all’articolo 41 recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno allasicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” L’Unione Europea definiva la Responsabilità Sociale d’Impresa, la Corporate Social Responsibility, (CSR) come una azione volontaria, ovvero come: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Con la nuova comunicazione del 25 ottobre 2011 (n. 681), la Commissione Europea, dopo dieci anni, offre una nuova interpretazione di CSR. Tale importante innovazione ricalca una posizione storicamente promossa dall’agenzia di rating etici Standard Ethics di Bruxelles. La nuova impostazione è sicuramente destinata a modificare profondamente gli orientamenti sin qui seguiti.
La storia
Il fenomeno dei limiti etici all’economia è comunque un fenomeno dalle radici lontane, basti pensare che già nel 1928 il “Pioneer Fund” di Boston si riproponeva investimenti eticamente connotati. Nel 1968, l’economista italiano Pallavicini affermava che l’attività d’impresa, pur mirando al profitto, avrebbe dovuto tenere esplicitamente presenti una serie di istanze interne ed esterne all’impresa, anche di natura socio-economica, per la misurazione delle quali venne proposto il “metodo della scomposizione dei parametri“. Il modello concettuale della CSR si è rapidamente affermato nella disciplina economica dando vita, negli ultimi anni, a numerosi studi, come le ricerche sui sistemi di rendicontazione degli intangibles portati avanti in Italia dal Gruppo di studio per il Bilancio Sociale (Gruppo GBS) , i sistemi di rating etico, i modelli di governance proposti dalle autorità pubbliche, o gli impatti sulla reputazione e sul valore della marca industriale.