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15 Ago

Rivolgo un grazie alla giornalista Ivana Castoldi e alla redazione

de "Il Cittadino di Monza e Brianza" per l'attenzione prestatami e

per le belle espressioni usate, attorno alla mia attività (in copertina

e a pag. 13).

Con stima e simpatia.
Giancarlo Pallavicini

 

IL CITTADINO

SABATO 25 LUGLIO 2015

Desio 13

Pallavicini, 50 anni di notizie.  Fu lui a consigliare Gorbaciov

A 84 anni l’Ordine dei giornalisti lo ha premiato per mezzo secolo di iscrizione. Fu il primo consulente occidentale della perestroijka

 

IVANA CASTOLDI

Per parlare di Giancarlo Pallavicini non basterebbero le pagine di un’enciclopedia.E di fatto 

di lui un’enciclopedia, la più nota, ne ha parlato. 

Orgogliosamente desiano, è nato infatti nella nostra città il 12 febbraio 1931 e vi risiede attualmente in via Fratelli Cervi,anche se il  suo posto, per i suoi numerosi incarichi ed impegni che da sempre lo contraddistinguono, è nel mondo. « Se sono riuscito a fare tanto nella mia vita è sicuramente dovuto anche al fatto di essere arrivato a quest’età » - ci ha detto sorprendendoci della sua semplicità  «e le raccomando non mi descriva con tutti quei titoli che mi attestano i libri e i social network ». 

Sulla Treccani

Ma per descrivere il professor Giancarlo Pallavicini non si può fare a meno di accennare a quanto l’Enciclopedia Universale “Treccani” riporta : 

«Economista ha ideato e proposto fin dagli anni Sessanta il metodo della Scomposizione dei Parametri per la valutazione dei risultati non direttamente economici dell’attività d’impresa. Primo consulente occidentale del governo sovietico per la riforma economica negli anni Ottanta "Perestroijka” con Michail Sergeevic Gorbacev (traslitterato solitamente come Gorbaciov), Abalkin e Eltsin, dal 1992 è Presidente dell’Associazione Internazionale Intellettuali “Myr Cultura”, cioè il primo centro per la diffusione del patrimonio culturale italiano a Mosca di cui è stato anche fondatore con Alberto Moravia e Mario Rigoni Stern ed è anche il primo occidentale nominato Accademico delle Scienze a Mosca e fa parte del Club dei 10 stranieri con l’ex cancelliere Gherard Schroeder. Ha rappresentato il mondo bancario italiano

incominciando la sua attività fresco di laurea nel marketing alla Cariplo fino al Direttivo di AICM, è stato docente all’Università “Bocconi”, nonchè autore di libri e testi e firma prestigiosa su “Il Sole 24 ore” sul “Corriere della Sera” e “Il Giornale” di Indro Montanelli».

Carta stampata

E proprio questa sua passione per la carta stampata lo ha portato qualche settimana fa a ricevere al Circolo della Stampa di Milano dalle mani del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lombardia Gabriele Dossena la tradizionale medaglia di riconoscimento per i 50 anni d’iscrizione all’Ordine. « Rimanete sempre spiriti liberi» è stato il suo consiglio a chi è già e a chi si appresta a diventare un futuro  giornalista«, cioè occorre muoversi senza lasciarsi mai condizionare da questo o quell’altro meccanismo che non sempre sono le vie migliori e soprattutto cercare di assolvere sempre al meglio i propri compiti con preparazione, precisione, determinazione e passione, cioè correre con i piedi per terra ma guardando in alto possibilmente senza sbattere».

 

 

08 Lug
 

PAPA FRANCESCO E LA PROPRIETA’ DEI BENI
“I beni sono destinati a tutti. La proprietà diventi sociale”. Così titola oggi Corsera a pagina 17 un pezzo di Gian Guido Vecchi sul viaggio di Papa 
Francesco in Sudamerica. Ma il virgolettato nel testo recita: 
“Quello che siamo e abbiamo ci è stato donato per metterlo al servizio degli altri, il nostro compito consiste nel farlo fruttificare in opere buone. I beni sono destinati a tutti e per quanto uno ostenti la sua proprietà, pesa su di essi un’ipoteca sociale”. Viene qui posta in questione, non il diritto alla proprietà, bensì la responsabilità del suo titolare nel farne un uso che tenga conto degli altri, perché il bene ha in sé la valenza sociale richiamata da Papa Francesco. Ben altro da ciò che il titolo indurrebbe a pensare.  

29 Giu

Ho risposto a Grazia Nitti con un commento all’articolo dell’odierno “Guardian” sull’invito in Vaticano a Naomi Klein attivista contro il riscaldamento terrestre.

 

L’importanza del problema fa sperare nel più vasto coinvolgimento possibile di soggetti e di materie, perché “…Questo impone l’individuazione e la definizione di modelli concettuali nuovi, atti a considerare il comportamento degli ecosistemi e gli insiemi di interazione tra attività umana e ambiente, nell’ambito di uno scenario complessivo, che consenta una visione d’assieme delle diverse parti interagenti nel complesso sistema ambientale e che esclude considerazioni isolate, inidonee a una corretta comprensione dell’uomo e dell’ambiente. Balza da ciò in evidenza anche la dimensione non certo locale, ma universale della materia trattata.” Questo uno stralcio  da “Economia e tutela dell’ambiente” che ho scritto negli anni ’90 (visibile sul mio blog e sulle pagine Facebook) e che collima con l’attuale pensiero del Papa (139).

Non ho cambiato opinione e non posso che considerare positivamente il coinvolgimento di chi sia impegnato in uno degli ambiti da considerare nella visione complessiva. Non conosco il personaggio Naomi Klein, se non per vaga eco.  

L’utilità di un suo intervento nell’incontro in Vaticano mi pare fuori dubbio. L’opportunità di tale presenza è affidata a Papa Francesco ed ai suoi. Personalmente non amo le esclusioni e sostengo il confronto. Semmai in talune circostanze punterei su alcune premesse e regole, utili a riportare ad un valido indirizzo comune i comportamenti delle singole frange interessate al riscaldamento e, più in generale, all’ambiente naturale, culturale, sociale ed economico. Su tali argomenti il Santo Padre ha mostrato di privilegiare la via più diretta, che si spiega con la scarsità  dei risultati ad oggi raggiunti nelle diverse sedi di discussione. Potrà sembrare accestivo, ma serve. Peraltro, come ho già recentemente scritto sul web, Papa Francesco  indica un “voler essere”, ben consapevole dei limiti del “poter essere”, in un mondo sempre più orientato al “particulare” di guicciardiniana memoria.