Seguito alla ripresa dell'argomento “Perestrojka" ad iniziativa di Giovanni Petrosillo, in risposta a Marco Lacava.
Infatti, ho letto e confermo che ciascuno è libero di dare una propria interpretazione sulla base sia della validità delle informazioni di cui dispone, sia della personale propensione ad assegnare maggior rilevanza ad alcuni anziché ad altri aspetti dell'argomento considerato. Le considerazioni di Giovanni Petrosillo sullo stato dell'URSS all'avvio della perestrojka sono condivisibili e risponde a verità che in gran parte erano note anche all'estero. Occorreva però che maturassero i tempi per un cambiamento, che Gorbacev riuscì a favorire gradatamente pure con le vaste "rottamazioni" realizzate nel volgere di parecchi anni. Gorbacev ha quindi il merito di aver cercato di voltare pagina, realizzandone le possibili condizioni, senza mai pensare ad un eventuale scioglimento dell'Unione. Evento imputabile essenzialmente ad Eltsin ed ai suoi. Ho potuto constatare che Gorbacev ed i più vicini a lui, come Leonid Abalkin, Primo Vice Primo Ministro e Presidente della Commissione per la riforma dell'economia, per anni mio diretto interlocutore, erano convinti che il modello cinese potesse costituire un utile riferimento per la riforma dell'economia, pur in presenza di una più marcata trasparenza dell'attività pubblica e di un avvio della democratizzazione del Paese. L'insuccesso del golpe, tentato da alcuni nostalgici, lo mise nell'angolo. Tale golpe poteva anche far comodo a Gorbacev, perché allentata la pressione per un avvio del libero mercato troppo rapido e scorrelato, data l'assenza di norme legislative, regolamentari e amministrative atte allo scopo e di una qualsiasi esperienzae manageriale di libero mercato. E soltanto a Eltsin, e non a Gorbacev, va quindi attribuita la responsabilità dello scioglimento dell'URSS e del disastro successivamente intervenuto in danno di tutti: della popolazione in particolare, come dimostrò pure la forte riduzione dell'aspettativa di vita verificatasi in quel periodo. Le altre considerazioni su Gorbacev evito di commentarle perché troppo avulse dalle concrete circostanze cui ho assistito.
Concludo con un cordiale saluto a te ed a Giovanni Petrosillo.
Giancarlo Pallavicini
