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02 Giu

 

LA TRINITA’ DI RUBLEV

Il brano evangelico sulla Trinità della scorsa domenica mi rimanda all’omonima icona del monaco pittore Andrej Rublev del XV secolo.  Essa rappresenta il tentativo di prefigurare la Trinità. Compito di per sé difficile, ma che diventa impossibile, almeno a me, anche per la formazione religiosa datami dell’Unità trinitaria, con accentuata attenzione alle singole persone distinte del Padre, del Figlio e dello Spirito, che

mi sono nitidamente presenti.

Ma non mi riesce di dare un’immagine al loro assieme, nonostante mi sia facile trovare esempi di unitarietà nelle cose terrene, anche di tutti i giorni. Basti pensare ad una candela accesa. La sua fiamma ha una forma che allo stesso tempo è anche luce e calore, in unità inscindibile. L’unitarietà della fiamma nei suoi diversi aspetti è agibile all’intelletto umano; ben più difficile è invece, nel divino, rappresentare il Mistero dell’Unità trinitaria, anche soltanto attraverso simboli. 

Per questo mi deve bastare il percepirlo nell’essenza del Suo Amore scambievole, ancorché relegato nell’intimo dell’anima, la sede che gli è propria. E mi viene da pensare che più di ciò che si fa di bene o di meno bene, conta che la propria vita sia tesa ad aderire all’Amore trinitario, rivelatoci dal Creatore, nonostante la nostra debolezza, cui Lui pone misericordioso riparo.

   

                                 

          

04 Mar
 
 

Una constatazione buona e una meno. Quella buona è che l’Ordine dei giornalisti mi 
ha conferito la medaglia d’oro per aver superato i 50 anni di iscrizione all’Albo, a
testimonianza dell’attività svolta in questo ambito. L’altra meno buona, e non eludibile, è la testimonianza che il tempo passa, anzi vola. Ma è giusto così.

13 Feb

 

                     Al Comitato Organizzatore del

Premio Internazionale Renata Borlone, donna in dialogo

     Cittadella di Loppiano, Domenica 15 Febbraio 2015

 

 

 A nome di colleghi dell’Accademia delle Scienze della Federazione Russa ed a titolo personale, motivato soprattutto dalla condivisione dell’Ideale di Chiara Lubich, cui magistralmente Renata Borlone ha orientato la propria esperienza spirituale ed umana, in un illuminato connubio, mi è caro esprimere un sentito plauso per l’assegnazione, a Fabiola Gianotti, del premio che si ispira ad una visione d’assieme del sapere capace di orientarne virtuosamente i futuri sviluppi.

A tutti è ben nota la grande esperienza di Fabiola Gianotti, documentata dalla sua produzione scientifica, che delinea compiutamente la sua figura di studioso e il suo metodo rigoroso d’indagine e di ricerca nel peculiare settore delle particelle elementari. Da cui consegue il recente affidamento ad Ella del CERN di Ginevra, che potrà fruire delle peculiari Sue doti di entusiasmo e di feconda attività di cui Ella ha già dato ampia prova.

Nell’occasione della consegna del Premio, Codesto Spettabile Comitato voglia esprimere a Fabiola Gianotti i nostri sentimenti di considerazione e di chiara stima, accompagnati dall’auspicio di ulteriore successo e di proficuo lavoro.