27 Giu

"Distruzione creatrice": risposta google

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Ho risposto ad una domanda sulla "distruzione creatitrice" del post precedente sulla “globalizzazione”, nei termini che seguono:
Hai ragione, gentile Crippa Antonella: “distruzione” e “creatrice” sono antitetici. Ma questo concetto rimanda al suo formulatore, l’economista Joseph Schumpeter, profeta dell’innovazione, che già nei primi decenni dello scorso secolo lo enunciò per indicare che il progresso tecnologico portava a migliorare processi e prodotti, con conseguente eliminazione di quelli meno efficienti, che lasciava vantaggio e spazio ad altri attori e ad altri prodotti. Prefigurava quella fluidità dei sistemi economici, oggi particolarmente avvertita ed in ulteriore accelerazione nella sua dinamica, a seguito della moderna globalizzazione (per distinguerla dall’internazionalizzazione di un tempo), sospinta dalla tecnologia informatica (dalla quale deriveranno imprevedibili modifiche negli utilizzi e nei comportamenti), dall’allentamento culturale e dall’affievolirsi dell’attenzione alle istanze etiche, morali e sociali talvolta localmente caratterizzate, che esaltavano l’appartenenza ai luoghi e, soprattutto in prospettiva, dai biblici flussi migratori, alimentati pure dai 60 milioni di rifugiati sparsi nel mondo dalle più varie guerre locali. Ciò accelererà la “distruzione creatrice” nell’economia e, nel tempo anche non lontano, pure nell’ambito politico, a causa di oggettiva difficoltà economica, di soggettiva impreparazione delle popolazioni e, soprattutto, del venir meno di una mediazione culturale, in grado di interpretare e orientare i processi dianzi indicati. A meno di applicare la recente Enciclica di Papa Francesco: essa però indica un “voler essere”, come è giusto faccia il Santo Padre, al quale si sovrapporrà un più limitato “poter essere”, dettato dai nostri riconosciuti, ma difficilmente superabili limiti individuali e collettivi.

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